Le fortune dell’otto

Puoi contare i pianeti che compongono il sistema solare dopo che Plutone è stato declassato a pianeta nano o i petali di un fiore, del delphinium per esempio, le zampe di un insetto o il numero di bit in un byte: puoi contarli tutti sulle dita e ti accorgerai che sono sempre otto. Otto sono i minuti che la luce del sole impiega per raggiungere la Terra e ancora otto sono gli stati della materia nelle sue trasformazioni, mentre tutti i giorni, a otto monete in Euro puoi affidare i tuoi desideri.

Ma se vuoi qualcosa che stuzzichi di più e meglio il tuo intelletto, a partire da zero, puoi far seguire in successione i numeri di modo che quello successivo sia dato dalla somma dei due che lo precedono. Scoprirai così che l’otto non sempre è ottavo se posto in successione: qui è il sesto numero, infatti, dopo il cinque e prima del tredici. Fibonacci

Per diletto anche maggiore puoi prendere otto righe e incrociarle a otto colonne. Otterrai tante caselle, sessantaquattro per la precisione, tante quante sono quelle disposte in quadro in una scacchiera dove gli otto pedoni bianchi dichiarano guerra eterna agli otto pedoni neri. A chi sia magnanimo e ben disposto nei tuoi confronti puoi chiedere senza indugiare che sulla prima casella ponga un solo, modestissimo soldo, sulla seconda il doppio dell’unico soldo, sulla terza il doppio del doppio, sulla quarta il doppio del doppio del doppio e così via raddoppiando l’ammontare per ogni casella successiva. Chi ottenne un simile favore fu certamente causa della fortuna sua e allo stesso tempo causa della rovina di chi si dimostrò magnanimo tanto da sottovalutare la potenza delle potenze del due.

Ma questo è solo un gioco e le fortune vinte al gioco, ahimè è evidente, sono effimere: durano soltanto quanto un sogno. Chi aspira a fortune ben più solide, tali da reggere ambizioni ultraterrene, ha da scegliere tra le otto vie indicate dal Buddha per la redenzione: retta opinione, retta intenzione, retta parola, retta azione, retta condotta, retto sforzo, retta presenza mentale, e retta meditazione.

Otto però sono pure le beatitudini di cristiana memoria: “beato chi non ha niente, perché suo sarà il Regno dei Cieli”. Come dire, “chi la fa, l’aspetti”, o più ermeticamente, “chi dona, ottiene”, espressione con cui una certa filosofia vuole indicare che la scelta di donare “condanna” fatalmente a ricevere qualcosa in cambio. Concetto che la fisica moderna esprime con il dinamico principio di azione e reazione: a ogni azione corrisponde una reazione contraria e di uguale intensità. In fondo è grazie a questo principio che si galleggia in acqua. Non importa poi che a ogni buona azione segua o meno una buona reazione da parte di chi riceve il favore: una buona azione mette comunque in pace con se stessi.

Si capisce come procedendo di questo passo si rischi di arrivare dritto all’assoluto, all’infinito. E a chi ancora non ci crede, svelerò un segreto in più. Vi basterà prendere due quadrati, di stoffa, di carta o di metallo, non importa il materiale, quel che conta è che siano perfettamente uguali. Sovrapponete i due quadrati e ruotate quello superiore di 45°: vi apparirà una stella a otto punte e forse sbocceranno gli otto petali di una rosa, quella da cui promanano i sospirati venti che talvolta leniscono le nostre aridità più spinte e talvolta increspano le nostre immobilità stagnanti. Senza strafare però: nell’otto, infatti, si cela un imperturbabile equilibrio. Per rendersene conto basterà osservare che l’otto è dato dalla somma di due quadrati (8 = 22+22 = 4+4): geometrie identiche a se stesse, che raddoppiano in sicurezza e stabilità. La forma regolare, che ne deriva enuncia un senso di ordine cosmico, di continuità e di uno spazio “giusto” ed opportuno in cui svelarsi.

Un metodo più rapido e concreto per trovare l’infinito impone di tracciare il simbolo dell’otto su un foglio di carta e di ruotarlo poi, di 90°, in modo da ottenere il lemnisco algebrico dell’infinito: due cerchi a baciare che giacciono su uno stesso piano, infinito. Appunto. E non importa che taluno ci veda dischi d’accrescimento delle stelle e talaltro il ventre divino che inspira in quello umano: a voi basta osservare come la perfezione scaturisca, come un teorema, dal cerchio che circoscrive il quadrato: ogni fonte battesimale di forma ottagona, media tra il quadrato finito dell’umanità e il cerchio infinito della divinità. L’otto geometrico è una sintesi tra la materialità del quadrato e la spiritualità del cerchio e suggerisce movimento da una fase all’altra dell’esistenza, trasmutazione fra uno stato e l’altro dell’essere, elevazione. Avete ormai capito che per raggiungere l’infinito, anche soltanto sul piano temporale, verso l’eternità, di qualche sacrificio bisogna pur farsi carico. Magari ricorrendo a qualche artificio: lo stesso che escogitò il “Fanciullo di Puglia” che secoli addietro si prese la briga di trovare in terra di Bari lo spazio in cui disporre quattro rettangoli perfettamente uguali i cui lati stavano in rapporto aureo.  Li intersecò con cura e li ruotò con lungimiranza in modo da ottenere una croce greca e, sovrapposta, una croce di s. Andrea. Fu un lampo, di genio o di sintesi artistica e assennatezza: sbocciò così la corona di Puglia e il suo segreto che racconta dell’otto ripetuto all’infinito e dell’infinito racchiuso nel cuore di pietra foggiata ad otto.

Va bene, ma cosa c’entra tutto questo con il mese di Agosto?
Agosto deve il suo nome al primo imperatore di Roma, Ottaviano Augusto, i cui successi e i trionfi, il lungo periodo aureo di pace e prosperità inaugurato per l’Impero indussero il Senato romano a dedicargli il sesto mese del calendario romano. Augusto derivò il suo cognomen Augustus direttamente dal participio passato del verbo latino “augesco”, strettamente connesso all’altro verbo latino “augeo“, nei significati di accrescere, aumentare, ingrandire. Un nome importante, che non significa soltanto “colui che è venerato”, ma anche colui che accresce e che con la sua presenza porta al mondo benessere e felicità. La semantica del verbo rimanda all’idea di cambiamento, progresso, successo personale e delle proprie creazioni. Ciò che i romani antichi individuavano con un unico termine: fortuna. E con questo si vuol concludere ricordando che ciascuno in fondo è “faber fortunae suae”, artefice del proprio destino o comunque deve sforzarsi di esserlo, di non rassegnarsi al corso degli eventi e soprattutto non fidatevi troppo dei moti dei pianeti ed astri.

Ricordate bene: se Saturno ce l’ha con voi, stategli alla larga. Il benevolo Giove potrebbe farvi incassare invece un bel gruzzolo come un terno secco sulla ruota di Cagliari. Una gioia breve però: li spendereste tutti dal vostro dentista. Quanto alla salute, state attenti ai cambiamenti positivi, soprattutto a quelli dei referti delle analisi. Mercurio potrebbe rendervi nervosi nella gestione degli affari: infatti non avrete un soldo e non siete in affari. Venere porterà buone notizie, ma per un indirizzo diverso dal vostro. La luna consiglia: sempre, e comunque, lavorate di più.

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